Ipoacusia e acufeni, come sono connessi

ipoacusia e acufeni

Secondo diversi studi medici esisterebbe una correlazione tra ipoacusia e acufeni anche se le cause non sempre sono chiare.

Nell’articolo di oggi, insieme ad AudioMedica Varese, andremo ad analizzare la correlazione tra ipoacusia e acufeni, soffermandoci anche sui singoli disturbi.

Cos’è l’ipoacusia

L’ipoacusia o perdita dell’udito è l’incapacità, parziale o totale, di percepire un suono in una o entrambe le orecchie.

L’ipoacusia può essere definita:

  • congenita se il soggetto nasce con un deficit uditivo;
  • presbiacusia nei soggetti che tendono a sviluppare un deficit uditivo gradualmente con l’avanzare dell’età;
  • una conseguenza di malattie o traumi fisici.

Cos’è l’acufene

Con il termine acufene, invece, si fa rifermento al fischio o ronzio che si può avvertire nell’orecchio.

Si tratta di un fenomeno che può manifestarsi gradualmente nel tempo o verificarsi improvvisamente. Anche in questo caso, può essere bilaterale, e quindi avvertito in entrambe le orecchie, o percepito da un solo orecchio (quindi unilaterale).

In genere si parla di fischio o ronzio, ma in realtà è descritto anche come un sibilo, un fruscio, uno stridore o un soffio.

Anche la durata varia da persona a persona e può essere passeggero, comparire solo una volta, manifestarsi a intervalli di tempo o diventare cronico.

Connessione tra ipoacusia e acufeni

L’associazione tra ipoacusia e acufeni non avviene sempre. Tuttavia, le statistiche evidenziano percentuali di correlazione tra i due fenomeni molto alte. Circa l’80% di coloro che soffrono di ipoacusia neurosensoriale idiopatica è affetto anche da acufene e altrettanti pazienti con otosclerosi, soffrono anche di acufene.

Inoltre, 8 persone su 10, tra quelle affette da acufeni, testimoniano di soffrire anche di ipoacusia. 

Il motivo per cui ipoacusia e acufeni si possono manifestare insieme risiede nel fatto che l’ipoacusia influisce sui segnali inviati dall’orecchio al cervello e quando questi tornano indietro creano la sensazione del fischio. Per questo motivo chi soffre di perdita dell’udito potrebbe soffrire anche di acufene. 

L’acufene, invece, nonostante non sia causa di per sé la perdita uditiva, può causare una sensazione di udito debole a causa del fischio percepito dal paziente può distrarre e rendere difficile sentire altri suoni. 

Devi effettuare una visita di controllo per il tuo udito? Contatta AudioMedica Varese

Cos’è la sindrome di Alport e cosa comporta per l’udito

sindrome di alport

La Sindrome di Alport è una rara malattia genetica di tipo ereditario che causa un calo dell’udito, anomalie oculari, oltre alla perdita delle funzioni renali.

Oggi, AudioMedica Varese ci parlerà della sindrome di Alport spiegandoci cos’è e cosa comporta.

Cos’è la Sindrome di Alport

La sindrome di Alport (AS) è una malattia rara causata da un difetto della sintesi del collagene che interessa principalmente il sistema renale, uditivo e visivo.

Il collagene costituisce la struttura fondamentale del tessuto connettivo e rappresenta un componente indispensabile della struttura delle membrane basali dei reni, degli occhi e dell’orecchio.

Le cause della Sindrome di Alport

Si tratta di una patologia prevalentemente legata al cromosoma X che ne rappresenta la forma più comune.

La malattia varia in base al soggetto, anche all’interno della stessa famiglia, e può interessare sia i bambini che gli adulti ed è imprevedibile sia per quanto riguarda il momento in cui si manifesta sia per la progressione e per il coinvolgimento dei vari organi. 

Sindrome di Alport, cosa comporta

L’alterazione della sintesi di collagene provoca fibrosi progressiva a livello renale con conseguente insufficienza renale cronica negli stadi finali.

A livello uditivo, causa sordità parziale, ovvero un’ipoacusia neurosensoriale. Questa impedisce al paziente di avvertire i suoni alle alte frequenze.
I sintomi variano in relazione al gene oggetto di mutazione e al tipo di ereditarietà.

Per essere certi che si tratti della sindrome di Alport occorre verificare che vi siano:

  • Storia familiare di nefrite con inspiegata ematuria;
  • Ematuria persistente senza diagnosi di alcun’altra nefropatia ereditaria;
  • Ipoacusia neurosensoriale bilaterale nell’intervallo di frequenze da 2000 a 8000 Hz. La perdita di udito si sviluppa gradualmente, non è presente nella prima infanzia, ma spesso appare prima dei 30 anni;
  • Mutazione nel gene COL4An (dove n = 3, 4 o 5);
  • Evidenza immunoistochimica di completa o parziale carenza dell’epitopo di Alport (marker antigenico);
  • Estese anormalità dell’ultrastruttura della membrana basale glomerulare;
  • Lesioni oculari, come lenticono anteriore, cataratta e chiazze retiniche.
  • Progressione graduale all’insufficienza renale terminale di almeno due membri della famiglia.
  • Macrotrombocitopenia o inclusioni granulocitiche.
  • Diffusa leiomiomatosi dell’esofago o dei genitali femminili, o entrambi.

Contatta AudioMedica Varese per saperne di più

Cosa sono i disturbi dell’equilibrio

disturbi dell'equilibrio

Quando di parla di disturbi dell’equilibrio si fa riferimento a patologie che comportano una sensazione di movimento anche da fermi

Nell’articolo di oggi, AudioMedica Varese ci parlerà dei disturbi dell’equilibrio spiegandoci meglio di cosa si tratta.

I disturbi dell’equilibrio

Si parla di disturbi dell’equilibrio si fa riferimento a quando nonostante si stia fermi, in piedi o seduti, si avverte una sensazione di movimento come se si stesse girando.

Alla base del fenomeno possono esserci problemi diversi, tra cui infezioni dell’orecchio interno o infiammazioni, influenza o infezioni delle vie aeree superiori, la sindrome di Ménière, un trauma cranico o un esercizio fisico molto intenso, un cambiamento della pressione atmosferica e il mal di mare.

I disturbi dell’equilibrio, le cause

I problemi all’equilibrio di solito sono causati da disturbi delle parti dell’orecchio e del cervello coinvolte nell’equilibrio, ovvero:

  • orecchio interno;
  • Tronco cerebrale e cervelletto;
  • Tratti nervosi che collegano l’orecchio interno al tronco cerebrale e al cervelletto.

L’orecchio interno contiene strutture (come i canali semicircolari, il sacculo e l’utricolo) che consentono al corpo di rilevare posizione e movimento.

Le informazioni provenienti da queste strutture sono inviate al cervello attraverso il nervo vestibolo cocleare e sono elaborate nel tronco cerebrale, che regola la postura, e inviate nel cervelletto, che coordina i movimenti, per fornire il senso dell’equilibrio. Una patologia a carico di una qualsiasi di queste strutture può causare disturbi dell’equilibrio. I disturbi dell’orecchio interno talvolta causano anche una perdita dell’udito e/o fischio nelle orecchie.

Le cause

Le cause più comuni dei disturbi all’orecchio includono:

  • vertigine posizionale parossistica benigna;
  • sindrome di ménière;
  • neurotite vestibolare;
  • labirintite;
  • Emicrania vestibolare.
  • I disturbi dell’equilibrio possono essere causati anche da:
  • Effetti dei farmaci;
  • Cause multifattoriali.

Alcuni farmaci sono direttamente tossici per i nervi delle orecchie e/o gli organi dell’equilibrio (farmaci otossici) causando capogiri e incapacità di mettere a fuoco un obiettivo visivo (oscillopsia).

Altri farmaci, come i sedativi, influiscono sul complesso cerebrale. Nelle persone anziane, i capogiri spesso sono riconducibili a diversi fattori, di solito una combinazione di effetti collaterali di un farmaco e una riduzione della funzione sensoriale legata all’età.

Se vuoi scoprire di più su questi disturbi, contatta AudioMedica Varese

Sindrome di Menière, cos’è e cosa comporta

sindrome di mèniere

Questa patologia dell’orecchio può causare ipoacusia fluttuante, acufeni, nausea e vomito.

In questo articolo AudioMedica Varese ci parla della Sindrome di Menière, soffermandosi sui sintomi e su ciò che comporta.

Cos’è la sindrome di Menière:

La malattia di Menière è un disturbo dell’orecchio interno che provoca “crisi” episodiche di vertigine oggettiva, ipoacusia fluttuante, acufeni, sensazione di orecchio pieno e spesso nausea e vomito.

Si tratta di un disturbo che, nella maggior parte dei casi, interessa un solo orecchio e può verificarsi in qualsiasi età, soprattutto tra i 20 e i 50 anni.

Sindrome di Menière: le cause

Nonostante vi sia ancora molto da scoprire circa i fattori scatenanti la malattia di Menière, diversi studi dimostrano che vi sia un aumento della pressione del liquido contenuto nel labirinto dell’orecchio interno (idrope).

Inoltre, tra le possibili cause si ha:

  • la predisposizione genetica,
  • infezioni dell’orecchio interno o delle vie aeree superiori
  • traumi della testa.
  • il fumo,
  • consumo eccessivo di caffeina e alcolici e
  • esposizione a rumori di forte intensità.

La malattia di Menière tende ad avere un andamento altalenante, con fasi di acutizzazione dei sintomi a cui seguono fasi di remissione.

Sintomi della Sindrome di Menière

La sindrome di Ménière presenta tre sintomi tipici:

  • Vertigini improvvise: che rappresentano l’elemento caratteristico di questo disturbo e possono durare alcune ore, ma anche più giorni e possono essere accompagnate da forte nausea e vomito.
  • Rumori nell’orecchio e acufene che, in concomitanza con le vertigini, possono manifestarsi sotto forma di tintinnii, rimbombi o ronzii, ma si tratta prevalentemente di fruscii nell’intervallo delle basse frequenze.
  • Perdita dell’udito che, nonostante durante il corso della malattia, interessi entrambe le orecchie, in genere accade che il paziente presenti inizialmente un peggioramento improvviso dell’udito da un solo orecchio. Con la progressione della malattia e il peggioramento dell’indebolimento, aumenta il rischio che la perdita dell’udito diventi permanente.

Cure e rimedi per la sindrome di Menière

La malattia di Menière può essere trattata con diversi approcci utili per trattare sia la fase acuta che quella cronica.

In fase acuta, per alleviare i sintomi, si predilige una terapia farmacologica che comprende: vestibolo-soppressori, diuretici, anti-emetici, cortisonici; mentre, per la malattia si utilizzano degli approcci chirurgici.

Per la diagnosi e conseguente terapia, è fondamentale sottoporsi a visita specialistica, seguita da esame audiometrico, impedenzometrico ed eventualmente risonanza magnetica cerebrale.

Rivolgiti a dei professionisti, prenota la tua visita con AudioMedia Varese