Anacusia, come curarla e come prevenirla

Anacusia

L’anacusia è una patologia dell’orecchio che causa la totale perdita dell’udito in un solo orecchio.

Comunemente conosciuta con il nome di “sordità”, l’anacusia genera la sensazione nel paziente di trovarsi all’interno di un ambiente dai rumori confusi, assenti e distanti, togliendo all’individuo la possibilità di condurre una vita serena e soddisfacente.

Questo disturbo può manifestarsi già dalla nascita, o addirittura prima, oppure insorgere nel tempo a seguito di un evento traumatico, infiammatorio (meningite) vascolare o oncologico. La sua sintomatologia può presentarsi in diversi modi: talvolta potrebbe portare anche a disturbi del linguaggio e decisamente alla percezione errata dei suoni con impossibilità di seguire discorsi e conseguente perdita di equilibrio e vertigini.

Come curare l’anacusia e come prevernirla

Qualora si avvertissero i sintomi qui sopra citati, come prima cosa bisogna contattare uno specialista al fine di rintracciarne le cause e seguire un iter terapeutico per la cura dell’anacusia.

Il trattamento dipenderà dai singoli casi: generalmente la terapia farmacologica prescritta dal proprio medico, è il primo approccio che si adotta soprattutto quando la patologia è generata da un’infiammazione. Nel caso in cui vi siano perforazioni del tempo, verrà richiesto un intervento chirurgico tramite protesi che sarà ancorata all’osso o se la malattia non può essere curata con i medicinali, si ricorre all’utilizzo di apparecchi acustici direttamente inseriti nell’orecchio.

È importante sottolineare che l’anacusia può essere prevenuta soprattutto se insorge in età infantile, sottoponendo il piccolo a test dell’udito (o screening uditivo neonatale) al fine di effettuare una diagnosi precoce in tempi brevi. Possono essere inoltre evitate situazioni e traumi, come forti esplosioni, che peggiorano la patologia.

Tipi di anacusia

Questa patologia viene in genere classificata in base al trauma (o danno) che l’ha generata: si può parlare di anacusia trasmissiva quando il disturbo interessa l’orecchio esterno e le strutture dell’orecchio medio. In questo caso la percezione dei suoni comprende tutte le frequenze o meglio quelle medio-gravi.

Quando l’origine del disturbo è presente a livello del nervo acustico o della coclea, si genere l’anacusia neurosensoriale cocleare o anacusia neurosensoriale retrococleare.

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Mal d’orecchio nei bambini: quali sono i sintomi e quali sono i rimedi più efficaci

Ma d'orecchio bambini

Il mal d’orecchio nei bambini si manifesta generalmente con un fastidio e un dolore; nei bimbi più piccoli questi sintomi sono accompagnati da un pianto continuo e violento.

Il mal d’orecchio nei bambini è un disturbo piuttosto frequente, soprattutto nei mesi più freddi quando le temperature scendono ed i più piccoli tendono a prendere freddo. Si tratta di un’infiammazione che colpisce la zona posteriore del timpano o la zona esterna dell’orecchio e può avere un’origine batterica o virale (otite).

Mal d’orecchio nei bambini: i sintomi

Il mal d’orecchio si manifesta generalmente con fastidio e dolore ma se il bambino ha meno di 2 anni, la manifestazione del disturbo si caratterizza da pianto continuo e violento o prurito. Può accadere inoltre che l’infiammazione colpisca anche la gola ed il naso.

L’otite si presenta con sintomi febbrili e dolore generato alla pressione del muco sulla membrana del timpano: in casi più gravi si può verificare la perforazione del timpano che si manifesta con la fuoriuscita di pus misto a sangue.

Curare il mal d’orecchie nei bambini è di primaria importanza soprattutto per evitare l’insorgenza di problematiche più complesse quali la mastoide o la perforazione del timpano.

In genere i rimedi contro l’otite comprendono cure mirate per il trattamento del dolore; può accadere in alcuni casi che il disturbo si risolva da solo ma ciò non vuol dire sottovalutare il problema e non considerarlo.

Esistono alcuni accorgimenti che aiutano a ridurre la sintomatologia nel bambino: potrebbe risultare efficace applicare impacchi caldi direttamente sull’orecchio o dell’olio caldo d’oliva, di lavanda o di sesamo, al fine di drenare il cerume presente nell’orecchio.

È altrettanto consigliato mantenere il corpo idratato bevendo liquidi a sufficienza e la testa del bambino sollevata per il drenaggio dei fluidi.

Come prevenire l’otite

Oltre agli accorgimenti da adottare in caso di mal d’orecchie nei bambini, vi sono dei consigli per prevenirlo. Primo fra tutti, mantenere l’ambiente domestico igienizzato e pulito al fine di limitare il rischio di batteri e virus. Allo stesso modo il bambino dovrebbe essere protetto da smog e agenti inquinanti in quanto il sistema immunitario del piccolo non è ancora pronto per difendersi.

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Ipoacusia percettiva: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura

Ipoacusia

L’ipoacusia è una patologia che interessa generalmente gli anziani ma può colpire anche i giovani: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura.

L’ipoacusia è un disturbo dell’udito che si traduce con il “sentire meno”, ovvero si manifesta quando non riescono a percepirsi bene i suoni e le parole. È una patologia che può interessare in prevalenza gli anziani ma può colpire allo stesso modo anche giovani e bambini.

Solitamente la causa dell’ipoacusia è da rintracciare nel fisiologico invecchiamento dell’organo uditivo che genera la presbiacusia.

L’ipoacusia può essere di diverso tipo, esiste l’ipoacusia trasmissiva e l’ipoacusia percettiva (o neurosensoriale). L’ipoacusia trasmissiva colpisce il condotto uditivo, ovvero la parte più esterna dell’orecchio e gli ossicini che sono nel timpano, ovvero staffa, incudine e martello.

Nel caso dell’ipoacusia percettiva viene interessato il nervo acustico, utile per condurre il suono che arriva alla coclea dell’orecchio interno fino all’area del cervello uditiva: questo passaggio è necessario per elaborare e capire il suono che arriva.

Come viene diagnostica l’ipoacusia

La diagnosi avviene solitamente grazie ad una visita specialistica svolta presso un medico otorino che valuta la condizione dell’orecchio e svolge i seguenti esami: vocale, audiometrico tonale e impedenzometria.

L’esame vocale consiste nella semplice ripetizione di parole che il paziente dovrà ripetere ascoltandole da una cuffia, l’esame audiometrico tonale invece consiste nell’ascolto di fischi, sempre tramite cuffie, e nel momento in cui il paziente li avverte, deve alzare la mano.

Infine l’esame di impedenzometria fornisce il grado di elasticità della membrana timpanica per rilevare la presenza o meno di muco che impedirebbe la trasmissione del suono.

Come si curano le ipoacusie

Il trattamento delle ipoacusie dipende dalla tipologia di patologia in atto: le ipoacusie percettive vengono solitamente curate con farmaci ma solo se si presentano in forme improvvise o acute. Le ipoacusie trasmissive si possono risolvere con un trattamento medico che agisce sulla cura dell’infiammazione catarrale o addirittura tramite interventi chirurgici volti a ripristinare la funzionalità della membrana timpanica.

Qualsiasi sia la tipologia di ipoacusia, è fondamentale diagnosticarla in tempo per limitare il rischio di sordità irreversibile o protesi acustica.

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